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n aveva avuta; ma la lunga etate
d essa tenean per degna deitate.
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La qual non si credea che solamente
gli uomini avesse per età passati,
ma si credea che le ninfe sovente
e fauni e le lor greggi permutati
fosser da lei, che continuamente
di sterpi nuovamente procreati
si ristorava, in etterno durando,
e degli antichi suoi pochi mancando.
Letteratura italiana Einaudi 356
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
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Al miserabil loco soprastava
tagliamento continuo, del quale
ogni covil si vide che vi stava;
e fuggì quindi ciascuno animale,
e ogni uccello i suoi nidi lasciava,
temendo il mai più non sentito male;
e alla luce, in quel giammai non stata,
in poca d ora si diè larga entrata.
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Quivi tagliati cadder gli alti faggi
e i morbidi tigli, i qua ferrati
sogliono spaventare i fier coraggi
nelle battaglie, molto adoperati;
né si difeser dalli nuovi oltraggi
gli esculi e i caonii, ma tagliati
furono ancora, e l durante cipresso
ad ogni bruma e il cerro con esso,
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e gli orni pien di pece, nutrimento
d ogni gran fiamma, e gli ilici soprani,
e l tasso, li cui sughi nocimento
soglion donare, e frassini che vani
sangui ber soglion del combattimento,
col cedro, che per anni mai lontani
non sentì tarlo né isgombrò sito
per sua vecchiezza dove fosse unito.
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Tagliato fuvvi l audace abete,
e l pin similemente, che odore
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Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
dà dalle tagliature, com sapete;
il fragil corilo e il bicolore
mirto, e con questi l alno senza sete,
del mare amico; e, d ogni vincitore
premio, la palma fu tagliata ancora,
e l olmo che di viti s innamora.
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Donde la Terra sconsolato pianto
ne diede; e quindi ciascuno altro iddio
de luoghi amati si partì intanto,
dolente certo e contra suo disio,
e l albitro dell ombre Pan che tanto
quel luogo amava, e ciascun semidio;
e lor partenti ancor piangea la selva,
che forte lì mai più non si rinselva.
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Adunque fu degli alberi tagliati
un rogo fatto mirabilemente;
poco più furo i monti accumulati
sopra Tesaglia dalla folle gente,
inverso il ciel mattamente elevati,
che fosse quivi quel rogo eminente;
il qual dalli ministri fu tessuto
velocemente e con ordin dovuto.
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El fu di sotto di strame salvaggio
agrestamente fatto e di tronconi
d alberi grossi, e fu il suo spazio maggio;
poi fu di frondi di molte ragioni
tessuto, e fatto con troppo più saggio
Letteratura italiana Einaudi 358
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
avvedimento, e di più condizioni
di ghirlande e di fior fu pitturato:
e questo suolo assai fu elevato.
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Sopra di questi l arabe ricchezze
e quelle d oriente con odori
mirabil fero delle lor bellezze
il terzo suol composto sopra i fiori;
quivi lo ncenso, il qual giammai vecchiezze
non conobbe, vi fu dato agli ardori,
e il cennamo più ch altro durante,
e il legno aloè di sopra stante.
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Poi fu la sommità di quella pira
d un drappo in ostro tirio con oro
tinto coperto, a veder cosa mira
sì per valore e sì per lo lavoro;
e, questo fatto, indietro ognun si tira
e con tacito aspetto fa dimoro,
quelli attendendo che dovean venire
col morto corpo a tal cosa finire.
Come li greci re vennero per portare Arcita al rogo, e il pianto
che vi fu, e come el fu ornato da Teseo.
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Già ogni parte era piena di pianto,
e già l aula regia mugghiava,
tale che di lontan bene altrettanto
nelle valli Eco trista risonava;
e Palemone, di lugubre manto
Letteratura italiana Einaudi 359
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
coperto, nella corte si mostrava
con rabbuffata barba e tristo crine
e polveroso e aspro sanza fine.
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E sopra l corpo misero d Arcita,
non men dolente Emilia piangea,
tutta nel viso palido smarrita,
e circunstanti più pianger facea,
né dal corpo poteva esser partita,
con tutto che Teseo gliele dicea;
anzi parea che sommo suo diporto
fosse mirare il suo Arcita morto.
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Quando gli Achivi in abito doglioso
entraron dentro a l aula piangente,
allora il pianto assai più doloroso
incominciò e d una e d altra gente,
più forte che non fu quando il dubbioso
mondo lasciò quell anima dolente;
e rintegrossi più volte e ristette
dentro le menti da dolor costrette.
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Né dal tumulto tacque alcuna volta
la stupefatta casa, che Egeo
a Palemone con parola molta
non desse alcun conforto, se l poteo,
a lui mostrando in quanto male involta
fosse la vita d esto mondo reo
e le cose durissime occorrenti
miseramente ogni giorno a viventi.
Letteratura italiana Einaudi 360
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
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E ben che Palemon forse tacesse,
e non l udia, se non come Atteone
si crede che la sua turba intendesse:
anzi piangeva in sé, né orazione
esser potea che da ciò il traesse,
tanta nel core avea compassione
al trapassato suo più caro amico,
a cui ingiustamente fu nemico.
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Quivi cavalli altissimi, guardati
per lui, furon coverti nobilmente,
e su vi fur, delle sue armi armati,
sopra ciascuno un giovane sergente;
quivi l esuvie de suoi primi nati
furono apparecchiate parimente,
quivi faretre e archi con saette,
e più sue veste nobili e elette.
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E acciò che Teseo intero segno
di nobil sangue desse di costui,
tutti vi fé gli ornamenti da regno
venir presenti, e adornarne lui;
lì le veste purpuree, con ingegno
fatte, sì videro addosso a colui;
lo scettro e l pomo e l eccelsa corona
per lui al fuoco del suo rogo dona.
Come Arcita fu portato al rogo.
Letteratura italiana Einaudi 361
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
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Li più nobili Achivi i vasi cari,
di mel, di sangue e di latte novello
pieni, portaron con lamenti amari
sopra le braccia, precedendo quello;
né si studiavano i lor passi guari,
anzi soavi, con l aspetto bello
cambiato, andavan l uno a l altro appresso,
come l ordine dato avea concesso.
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Sopra le spalle, de Greci i maggiori
il feretro levarsi lagrimando,
e con esso d Attene usciron fori,
con alto pianto la gente gridando,
l iniqui iddii e li loro errori
con alte voci spesso bestemiando;
e nfino al loco per la pira eletto
portaro i duci il miserabil letto.
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